giovedì 19 novembre 2009




COMUNICATO FRONTE INDIPENDENTISTA LOMBARDIA

BASTA ROMA - VIA DALL’ITALIA
Dopo averci derubato della nostra identità, della nostra lingua e delle nostre tradizioni ed aver devastato il nostro territorio per arricchire i soliti furbi, ieri Roma ci ha scippato di una delle proprietà comuni di tutti i cittadini Lombardi, l’acqua.
Grazie al voto del Parlamento romano, e con la collaborazione degli ascari in camicia verde, tanti rumorosi sul territorio ma silenti come agnelli a Roma, lo Stato italiano ho tolto alle comunità locali e in definita a tutti noi il controllo della distribuzione delle acque, che finirà nelle mani dei soliti potentati ammanicati con la politica oppure in quelle delle enormi multinazionali, come ad esempio la potentissima VeoliaWater ex General des Eaux parigina, subito pronte ad approfittare dell’affare.
Al furto si aggiunge la prospettiva di un aumento generalizzato dei costi per le famiglie lombarde, già devastate da una crisi economica nata in ambito internazionale, ma che da noi sta assumendo proporzioni epocali a causa dell’ignavia di una classe politica incapace di risolvere i problemi della popolazione, impegnata com’è nello stupido cinguettio del gossip romano.
RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA LIBERTA’ E LA NOSTRA TERRA, FINCHE’ SIAMO IN TEMPO.

L’Ufficio Politico del Fronte Indipendentista Lombardia
19/11/2009

giovedì 12 novembre 2009



E' abbastanza difficile portare in piazza i comaschi che, come noto, sono persone riservate, distaccate e molto razionali. Se Bruni e compagnia cantante ci sono riusciti è perchè l'hanno fatta davvero grossa. Ovviamente ci riferiamo al famigerato muro sul lago. Questa situazione ha creato l'occasione per dimostrare che i comaschi sono fuori dagli stracci non solo allo stadio, ma nella vita di tutti i giorni...
Giustamente si stanno ribellando ad un sindaco, ad una giunta e ad un consiglio che si sono rivelati incapaci di governare Como. E non mi riferisco solo alla questione del muro, che è solo l'ultima di una lunga serie. Mi riferisco alla Ticosa, alla viabilità, alla manutenzione delle strade, e a tante altre situazioni che stanno esasperando i cittadini.
Tutto questo si genera quando chi dovrebbe governare una città, amandola e rispettandola, invece si fa gli affari suoi, pensa al prestigio personale, o alla carriera nella polichetta ita(G)liana. E per fare questo manda completamente in rovina una città gioiello come la NOSTRA.
Cari comaschi, è ora di tirare fuori le palle: Como è la nostra città e NOI vogliamo viverla appieno, vogliamo vederla risplendere, vogliamo renderla vivibile. Il lago è nostro e noi vogliamo vederlo in ogni sua parte, vogliamo riaverlo com'era una volta, senza muri e senza barriere, senza inquinamento e sporcizia. Solo un sindaco che appartiene a Como può voler bene alla sua città, vuole vederla al massimo delle sue potenzialità, la vuole coccolare. Un sindaco comasco che sappia capire e apprezzare il valore della città che ha tra le mani e che non la sfrutti per fare carriera, e che non sia messo lì solo perchè amico di questo o di quell'altro o perchè facente parte della nota lobby di Comunione e Liberazione. Comaschi ribelliamoci, riprendiamoci la nostra città e gestiamola come merita.

Fronte Indipendentista Lombardia
Como

mercoledì 11 novembre 2009





Comunicato per l'anniversario della conclusione della prima guerra mondiale (11 novembre 1918)


Come nelle più orrende cerimonie precolombiane anche l’ita(g)lia, entrando il 24 Maggio 1915 in guerra, richiese il tributo di sangue ai suoi “figli” con cui nutrire le sue diaboliche brame. Salvo il rispetto per tutti i caduti e per chi credeva davvero di combattere per la propria Patria (non ultimo il nostro padre Gemelli), crediamo sia lecito domandarsi a decenni di distanza quale siano state le motivazioni che possano giustificare la morte di 15 milioni di persone. Per cosa la nostra gente combatteva con i fucili dei carabinieri puntati alle spalle? Per cosa il sanguinario Cadorna mandava alla morte tanti giovani ignari? La verità si cela ben oltre la cortina di fumo sparsa da cinquant’anni di storiografia tendenziosa. La prima guerra mondiale fu un passaggio essenziale del progetto massonico di impiantare il “Novus ordo seclorum” in Europa, dopo esserci riusciti con efficacia negli USA, mediante la distruzione dell’Impero Asburgico, ultima traccia (per quanto sbiadita) del Sacro Romano Impero e dell’Europa dei secoli d’oro del cristianesimo. L’uccisione dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo il 28 Giugno 1914 fu attentamente pianificata nelle logge massoniche cui aderivano gli irredentisti serbi della “Giovine Bosnia”, tanto che prima di essere ucciso dal giovane “serbo” Gavrilo Princip l’arciduca scampò al lancio di una bomba a mano: quel giorno l’arciduca doveva morire! Così tutti gli Stati d’Europa finirono per entrare in guerra, trascinativi dalle potenti elitès finanziarie massoniche, pensando che lo scontro si sarebbe risolto in pochi mesi: pagarono con la loro esistenza questo errore di valutazione! L’impero ottomano, indebolito dal conflitto, fu distrutto dai massoni “Giovani Turchi” ; l’impero russo travolto dal comunismo bolscevico, i cui quadri dirigenziali pullulavo di elementi “russi” solo di lingua, l’Impero asburgico completamente distrutto e smembrato. Le altre nazioni, infine, accettarono l’istituzione della Società delle Nazioni, organismo sovranazionale con la quale il “fratello” Wilson avrebbe voluto instaurare il governo massonico mondiale. Si compiva così il tragico destino dell’Europa… non festeggiate, oh Ita(g)liani, ma piangete, piangete sopra le ceneri del continente che avete aiutato a morire!

L'Ufficio Politico del Fronte Indipendentista Lombardia



LOMBARDIA E VENETO: due realtà politiche a confronto.

Il mondo politico della Repubblica Italiana è in questo periodo in grande fermento, non per risolvere i quotidiani problemi delle sventurate popolazioni che la abitano, ma in preparazione delle Elezioni Regionali che si svolgeranno nel 2010.
E qui, in chiave indipendentista, occorre fare un’osservazione sulle differenti situazioni che si verificano in due Regioni vicine e per molte ragioni simili, la Lombardia e il Veneto. Dalle indiscrezioni che si possono cogliere nell’ambiente politico, in Veneto potrebbero essere ben tre le liste presenti alla competizione elettorale che si richiamano a Movimenti Indipendentisti o Venetisti, mentre nella nostra Lombardia non ci sarà alcuna lista di tale genere. Ecco, è proprio su questo che vorremmo invitare alla riflessione, non certo per supportare una candidatura del nostro recentemente rinato Movimento, ma perché questa è un’anomalia assolutamente unica nell’ambito dell’Europa delle Piccole Patrie. Ovunque Movimenti indipendentisti partecipano alle Elezioni di carattere regionale raccogliendo il consenso di coloro che desiderano affrancarsi dal potere dello Stato centrale e centralista; solo i Lombardi non sono riusciti finora a coagularsi intorno ad un progetto di tale respiro. Forse perché, paragonandoci al caso Veneto, è mancata l’azione di quelle benemerite associazioni culturali, che hanno contribuito al rilancio dell’Identità e della Lingua Locale a livello regionale. Pensiamo solo agli eventi e alle mobilitazioni indette da Raixe Venete e forse comprenderemo il perché del proliferare di Movimenti politici Venetisti nella vicina Regione.
Ecco allora quale può essere l’indicazione per un’azione incisiva del FRONTE INDIPENDENTISTA LOMBARDIA: azione politica, ma anche di risveglio culturale del Popolo Lombardo e quindi anche la promozione di un bilinguismo negli atti politici, in modo da risvegliare i Lombardi, che negli ultimi decenni sono stati letteralmente addormentati dalla retorica italianista.
Fare un tentativo, in poche parole, forse l’ultimo possibile, per convincere i Lombardi ad affrancarsi anche da coloro che, autonomisti a parole, non hanno a cuore il benessere della nostra Terra ma di regioni più assolate e lontane, e che difendono gli interessi di coloro che ci hanno sempre derubato.
LOMBARDIA LIBERA

Ufficio Politico Fronte Indipendentista Lombardia

martedì 10 novembre 2009

sabato 7 novembre 2009

Mozione numero 1
“Fronte Indipendentista Lombardia: testimonianza, identità, antagonismo politico, Futuro”
15 ottobre 2009

Non vorrei fosse travisato il significato di questa serata che ben lungi dall’essere il ritrovo informale di alcuni amici è, pur in questa atmosfera decisamente spartana, il secondo congresso nazionale del Nostro Movimento. Non una serata di tristezza ma di gioia (1), non una serata di divisione ma di unità (2), non una serata di ricordi ma di progetti (3).

1) Siamo vivi e abbiamo ripreso in mano il nostro futuro.
Dopo un anno in cui il Fronte era entrato in un odioso e miserevole limbo politico e ideologico di un’alleanza incerta e raccogliticcia come quella di Lombardia Autonoma ( o meglio dire Lega Padana – Lombardia Autonoma) dove l’incertezza della gestione, la mancanza di chiarezza statutaria, la sostanziale anarchia e una grave ipoteca padronale avevano reso impossibile qualunque azione politica seria nell’ambito di un reale autonomismo e indipendentismo. Ne abbiamo preso atto in tempo prima che ulteriori passaggi ci portassero a perdere ulteriormente in dignità di fronte a quel piccolo bacino di consensi raccolto .
Il Fronte riprende stasera la sua piena libertà d’azione, si può posizionare in piena libertà all’interno del dibattito politico, può senza legacci giudicare e segnalare alla pubblica opinione tutte quello che sa di stortura, di manomissione, di abuso, di compravendita politica, di mercimonio ai danni del popolo lombardo.
Un popolo beninteso che non sempre si meriterebbe il nostro aiuto, diviso e impestato com’è dal qualunquismo, dall’appiattimento sul bipolarismo italiano, dal correre “in soccorso del vincitore”, dall’assunzione di modelli comportamentali e sociali molto lontani dalla nostra identità ma più vicini ad una mentalità levantina e affaristica. Ma le ragioni della nostra Heimat di appartenenza vanno al di là del pur desolante quadro.

2) Non è una serata di divisione ma di unità: infatti non ci allontaniamo da nulla ma continuiamo semplicemente quel cammino iniziato il 1 maggio 2006 a Cazzago San Martino (Bs), in piena coerenza coi principi che stabilimmo allora. Senza soluzione di continuità, riprendiamo semplicemente e normalmente, sotto le insegne di quest’ aquila bicipite simbolo di quella Mitteleuropa imperiale cui, da lombardi, sentiamo di appartenere, insegne onorate e immacolate non profanate da alleanze e doppiezze ideologiche profananti e contaminanti. Tra chi riprende in mano questa bandiera, ci sono gran parte di quei fondatori che sottoscrissero la fondazione del movimento il 7 luglio 2006.

3) Perché quindi questa non sia solo una serata di ricordi e di piccole e grandi battaglie elettorali ma di progetti, il Fronte deve avere il coraggio di rileggere la sua storia, per cogliere i grandi errori che hanno caratterizzato la precedente gestione, per cogliere il suo “peccato originale”, quello di essere nato più per reazione che per un vero progetto, più per evento occasionale che con un vero programma. Quindi, senza alcuna vera e meditata piattaforma programmatica, con un procedere tortuoso e contraddittorio il Fronte ha contribuito a disperdere
tutte quelle forze sane che anelavano ad un ritorno a vario titolo al secessionismo all’indipendentismo, ha contributo ad reincanalare la protesta nei normali binari dell’elettoralismo all’italiana, ha demotivato i coraggiosi, allontanato i critici, spezzato la volontà degli innovatori, pescando a volte in un sottobosco politico assai discutibile. Se vogliamo ricostruire, dobbiamo quindi guardare in faccia alla realtà e solo da lì ripartire in modo costruttivo e se necessario rompendo gran parte degli schemi mentali della precedente gestione.
Mai più una smodata gestione personalistica e autocratica del movimento, mai più una ricerca ossessiva dell’appuntamento elettorale, mai più l’appuntarsi casuale sulle novità nella cronaca, mai più il cavalcare un tema d’occasione per poi dimenticarlo un istante dopo, mai più contatti politici pubblici o privati (né tantomeno alleanze) con movimenti politici e culturali che non condividano almeno una visione post-italiana e post-bipolare della politica, mai più contatti con la Lega Nord, mai più una mentalità leghista nella gestione della politica. Siamo frontisti e non abbiamo nulla in comune con la Lega sotto NESSUN aspetto, non siamo né fratelli, né cugini. Più serietà, più organizzazione, meno attivismo, un’azione su medio, lungo, lunghissimo termine, utilizzo continuativo dei media, specialmente internet, un’azione che sia decisamente meno partitica e più identitaria e culturale.
Sarà necessario riprendere i contatti con “I Veneti”, con il Pnv, col “Front Furlan”, coi sardisti e i movimenti meridionalisti neoborbonici e sarà importantissimo prendere finalmente (e sottolineo finalmente) esempio dal magistero e dall’esperienza dei grandi indipendentismi europei, non oscure bandierine da sventolare all’occorrenza.
Parlo ovviamente degli stilemi comunicativi del Vlaams Belang fiammingo, dell’Adsav bretone, dei movimenti politici baschi, catalanisti, galizisti, corsi, occitanisti, trentino-tirolesi, che dovranno essere da noi accuratamente studiati.
I temi securistici e anti-immigrazionistici dovranno essere, pur ribadendo la nostra profonda attenzione alla centralità dello Ius sanguinis, molto marginali a favore di un discorso identitario e indipendentista.
Proprio per questo sarà importante un utilizzo costante del bilinguismo (italiano-lingua locale) nei principali comunicati: ben al di là dell’aspetto folclorico, questa disciplina è essenziale per un progressivo sviluppo di un discorso indipendentista degno di questo nome. In una gestione collegiale e poco burocratica, c’è il germe per responsabilizzare i gruppi provinciali e locali, sarà cura di nominare un ufficio politico di giovani indipendentisti che possano trasmettere e trasformare in comunicatri politici le segnalazioni che provengano dalle sezioni locali.
Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo inevitabile passaggio: Gianmario Marcante e Giovanni Stefanazzi, Giorgio Galli presidente uscente del Fronte, il militante Davide Alemanni per la consulenza giuridica e i consiglieri nazionali Giovanni Roversi e Alessandro Ceresoli per avermi fatto comprendere la gravità della situazione, in tempi non ancora sospetti.
E soprattutto per quella brava e onesta gente del Fronte che con la sua determinazione e onestà, è d’esempio per noi, militanti più giovani, è, per servirla e aiutarla, che mi candido alla segreteria del Fronte Indipendentista Lombardia.
Lombardia libera!

Piergiorgio Seveso

giovedì 5 novembre 2009



Abbiamo appreso tramite un sito internet della probabile costituzione di un fantomatico Fronte Autonomista Lombardia, creato da sedicenti autonomisti con l’evidente scopo di creare difficoltà al nostro Movimento.

Il FRONTE INDIPENDENTISTA LOMBARDIA, nato nel 2006 per riaffermare l’onestà intellettuale dei propri componenti e per ribadire la loro chiarezza d’intenti e che ha ripreso l’attività politica recentemente per gli stessi motivi, non può che denunciare questa ridicola manovra messa in atto da personaggi ormai totalmente immersi nel gioco della politichetta italiana, che pensano di turlupinare per l’ennesima volta i Lombardi con sigle fasulle ed ingannatorie, avendo come riferimento non la Lombardia, ma Roma e Catania.

Siamo comunque certi che queste manovrette di basso rango non avranno alcun successo, in quanto i Lombardi sono stufi di essere presi per il naso da costoro ed hanno capito che la fiducia non si ottiene creando nuove scatole vuote ogni settimana, ma lavorando seriamente sulle problematiche che attanagliano la nostra bella Terra e le sue Genti.



FRONTE INDIPENDENTISTA LOMBARDIA

L’Ufficio Politico

lunedì 2 novembre 2009

Comunicato stampa del Fronte Indipendentista Lombardia sulle dimissioni del sindaco di Lecco Antonella Faggi.

Non ci interessa spendere fiumi di inchiostro per commentare la vicenda delle dimissioni del sindaco di Lecco Antonella Faggi. D´altronde l´episodio non è altro che uno dei tanti a cui una certa politica piccina all´italiana ci ha purtroppo abituati in questi ultimi anni. Merita però che sia portata all´attenzione dei lecchesi e di tutti gli abitanti della provincia la situazione disastrosa in cui versa in nostro amato capoluogo. Mentre i politicanti litigano e si azzuffano per ridicole beghe partitiche, la città di Lecco, fiore all´occhiello della Lombardia settentrionale, muore ogni giorno di più. E´una città ormai esangue, distrutta dalla cementificazione selvaggia che nulla ha risparmiato e da un´amministrazione assai poco lungimirante (come i fatti di questi giorni del resto dimostrano). Il Fronte Indipendentista Lombardia chiama a raccolta tutti i lecchesi affinché si risollevino le sorti della nostra amata terra, altrimenti non ci rimane che augurare a Lecco almeno una buona morte. In requiem.

Fronte Indipendentista Lombardia
Provincia di Lecco